La tua soluzione per il
recupero crediti giudiziale

Recupero crediti giudiaziale

Breve premessa

Forse stai pensando che il recupero crediti giudiziale è materia da avvocati e che non ti riguardi perché il tuo mestiere è fare l’imprenditore.

Non hai torto, ed infatti in questa pagina non troverai delle informazioni tecniche sulla procedura di recupero crediti giudiziale.

Molto più modestamente la nostra intenzione è quella di aiutarti a comprendere meglio come funziona e come si svolge il recupero crediti giudiziale, affinché tu, da imprenditore o artigiano, possa orientarti meglio nelle scelte aziendali.

In pratica, quindi, vedremo in breve:

  • come funziona l’iter del recupero crediti giudiziale,
  • quali documenti occorrono per il recupero crediti giudiziale
  • quanto costa l’avvocato recupero crediti
  • quando può conviene l’azione legale di recupero crediti

Cosa significa recupero giudiziale

Mentre il recupero stragiudiziale (o extra-giudiziale) è la procedura che avviene al di fuori delle classiche vie giudiziarie, ed ha lo scopo di stimolare il debitore ad un adempimento spontaneo, il recupero crediti giudiziale consiste in un procedimento contenzioso nel quale il creditore si rivolge ad un Giudice allo scopo di ottenere un provvedimento (decreto ingiuntivo o sentenza) che condanna il debitore al pagamento.

In realtà, per ottenere un obbligo di pagamento, non sempre è necessario rivolgersi al Giudice.

Infatti, se il credito è portato da un assegno, da una cambiale o da un atto pubblico (ad esempio il contratto di mutuo ipotecario) i quali hanno valore di titolo esecutivo, si potrà procedere direttamente alla notifica del titolo e dell’atto di precetto bypassando l’intervento del Giudice.

Ma è anche vero che, se il debitore rimane inadempiente anche dopo la notifica del titolo esecutivo e del precetto, occorrerà procedere nei suoi confronti con un pignoramento che farà rientrare in gioco la presenza del Giudice a garanzia del regolare svolgimento della procedura esecutiva.

L’iter del recupero crediti giudiziale

Innanzitutto, per procedere al recupero del credito in via legale occorre che ricorrano i requisiti minimi previsti dalla Legge.

Il credito, infatti, deve essere certo, liquido ed esigibile.

  • Certo significa che deve essere provato da elementi che ne possano dimostrare l’esistenza e l’ammontare (per esempio un contratto, un preventivo accettato dal cliente, una fattura, un documento di consegna della merce).
  • Per credito liquido si intende che esso deve essere precisamente determinato nel suo ammontare o, quanto meno, che vi siano elementi per poterlo determinare con esattezza.
  • Quando si parla di credito esigibile si intende un credito che possa essere immediatamente incassato, quindi non sottoposto a termine o condizione.

Inoltre, il credito non deve essersi estinto per prescrizione. Cosa che potrebbe verificarsi se non si esercita il diritto nel termine di volta in volta stabilito dalla Legge e che, di regola, è di 10 anni (prescrizione ordinaria) ma che, a seconda della natura del credito, può maturare anche in un tempo più breve

L’iter dell’azione legale di recupero crediti si sviluppa per sommi capi nel modo che segue:

  1. Deposito presso il Giudice competente (Tribunale o Giudice di Pace) del ricorso per l’emissione del decreto ingiuntivo contro il debitore;
  2. Emissione del decreto ingiuntivo da parte del Giudice;
  3. Notificazione del decreto ingiuntivo al debitore;
  4. Richiesta formula esecutiva;
  5. Notificazione dell’atto di precetto;
  6. Richiesta pignoramento e apertura del procedimento esecutivo
  7. Liquidazione dei beni pignorati al debitore
  8. Assegnazione al creditore delle somme derivanti dalla liquidazione dei beni del debitore

La procedura di recupero crediti giudiziale, tuttavia, può essere molto più complessa e articolata e dipende da molteplici fattori, tra i quali, rientra anche il contegno processuale del debitore.

Ad esempio, il debitore potrebbe fare opposizione a decreto ingiuntivo.

Mediante l’opposizione a decreto ingiuntivo il debitore, al quale è stato notificato il provvedimento di condanna al pagamento, instaura una vera e propria causa ordinaria nella quale il Giudice può sentire testimoni, disporre perizie e altri mezzi istruttori, al fine di stabilire chi ha ragione.

Ad ogni modo tieni presente che se il decreto ingiuntivo rappresenta lo strumento processuale più usato dall’avvocato recupero crediti, ci sono anche altri tipi di procedimento che la Legge mette a disposizione del creditore per ottenere un titolo esecutivo contro il debitore, come l’atto di citazione o il ricorso per procedimento sommario di cognizione ex art. 702 bis c.p.c., tanto per fare degli esempi.

La scelta tra l’uno o l’altro di questi strumenti processuali è sempre una scelta di tipo strategico condizionata dalla documentazione di cui si dispone per far valere il proprio credito e da quelle che potrebbero essere le contromosse dell’avversario.

Naturalmente la competenza e l’esperienza di un avvocato recupero crediti si misura anche dalla sua capacità di saperti consigliare lo strumento processuale di volta in volta più adatto al raggiungimento dello scopo.

Quali documenti occorrono per il recupero crediti giudiziale

Per ottenere dal Giudice un ordine di pagamento o un titolo esecutivo che ti permetta di aggredire il patrimonio del debitore mediante l’esecuzione forzata è necessario innanzitutto che tu possa fornire la prova del credito.

Si tratta di un principio generale del nostro ordinamento giuridico che vale anche al di fuori del recupero crediti giudiziale e che pone a carico di chi agisce in giudizio l’onere di dimostrare gli elementi costitutivi del proprio diritto.

Naturalmente, per offrire la dimostrazione della esistenza e dell’ammontare del credito la prova documentale resta sempre quella (di gran lunga) più importante di tutte.

Tanto più la tua documentazione sarà chiara, completa ed ordinata, tanto più alte saranno le possibilità che avrai di ottenere dal Giudice un provvedimento favorevole.

Proviamo a fare un elenco sommario dei documenti di cui hai bisogno per recuperare il credito in sede legale, dividendoli per ordine crescente di importanza.

Fattura, d.d.t. ed estratto autentico delle scritture contabili

Per prima cosa, se sei un imprenditore, un commerciante o un artigiano e vuoi ottenere un decreto ingiuntivo sarà necessario allegare al fascicolo del ricorso le fatture (cartacee o elettroniche), gli eventuali documenti di trasporto accompagnati dall’estratto autentico delle scritture contabili (cioè del Registro Iva).

A seguito dell’introduzione della fattura elettronica, in teoria non sarebbe più necessario allegare l’estratto autentico delle scritture contabili in quanto la fattura viene inviata al sistema d’interscambio (SDI) dell’Agenzia delle Entrate.

Tuttavia, poiché la norma del codice di procedura civile, almeno fino ad ora, non è stata adeguata al regime della fatturazione elettronica, ci sono ancora Giudici che, attenendosi in modo fiscale alla lettera della norma, richiedono che venga allegato anche l’estratto notarile del Registro Iva dove sono annotate le fatture di cui si richiede il pagamento.

Contratto

La fattura rappresenta il documento principale che ti occorre per ottenere un decreto ingiuntivo.

Però se il debitore fa opposizione al decreto ingiuntivo, la sola fattura non sarà più sufficiente, da sola, a dare prova del tuo credito.

Quindi il modo migliore per provare il credito resta sempre quello di avere un contratto scritto dove siano espressi in modo chiaro i termini delle obbligazioni reciprocamente assunte tra le parti.

In altre parole, occorre un documento dove sia espresso in modo ben chiaro quanto (e quando) il cliente pagherà le tue fatture.

Non occorre per forza avere un contratto preparato da un avvocato e pieno di clausole complesse, però devi almeno avere un preventivo controfirmato dal cliente con il quale dare la prova dei termini essenziali dell’accordo commerciale tra di voi.

Corrispondenza con il debitore

Spesso la corrispondenza intercorsa con il debitore viene sottovalutata, nel senso che nella fase precedente al contenzioso si tende ad attribuire poco valore al contenuto delle e-mail o delle PEC scambiate con la controparte.

Invece la corrispondenza con il debitore può esserti molto utile durante un’azione di recupero crediti giudiziale per dare la prova del credito e del suo ammontare.

Però devi prestare molta attenzione perché si tratta di un’arma a doppio taglio.

Infatti, se è vero che l’avvocato recupero crediti potrà usare la corrispondenza scambiata con il cliente a supporto della pretesa creditizia, è anche vero il contrario e cioè che le cose che scrivi al debitore possono essere usate anche a tuo svantaggio.

Il consiglio, in questi casi, è prima di scrivere qualcosa rifletti bene e, se hai dei dubbi, rivolgiti al tuo avvocato recupero crediti per avere un consiglio.

Promessa di pagamento e ricognizione di debito

La promessa di pagamento consiste nella promessa di effettuare una certa prestazione.

La ricognizione di debito, invece, consiste nel riconoscere che si ha un debito nei confronti di un altro soggetto.

Il codice civile non fornisce la definizione dell’una e dell’altra figura ma nello stesso articolo (art. 1988 cod. civ.) ha previsto e disciplinato quali sono i loro effetti:

La promessa di pagamento o la ricognizione di un debito dispensa colui a favore del quale è fatta dall’onere di provare il rapporto fondamentale. L’esistenza di questo si presume fino a prova contraria.

Abbiamo visto che, di regola, il creditore, per ottenere una condanna al pagamento da parte del Giudice, deve dare prova dell’esistenza e dell’ammontare del credito.

La promessa di pagamento e la ricognizione del debito producono l’effetto di invertire l’onere della prova dell’esistenza del debito.

In concreto significa che, se il creditore dispone di una promessa di pagamento o di una ricognizione di debito da parte di qualcuno, può ottenere il pagamento anche se il credito non esiste, ed è dispensato dall’onere di provare l’esistenza del credito stesso; sarà il debitore che se non vuole pagare dovrà cercare di dimostrare che il debito non esiste.

In buona sostanza, quindi, si tratta di due figure che possono renderti molto più semplice la prova del credito.

Quanto costa il recupero crediti giudiziale

Come diciamo sempre, recuperare i crediti della tua azienda è un tuo diritto sacrosanto.

Ma è anche vero che far valere questo diritto ha dei costi, soprattutto se si va per vie legali, perché la legge stabilisce che chi vuol far valere in giudizio un proprio diritto, ne deve anticipare le spese

Al termine della causa, queste spese, e quelle dell’avvocato, saranno poste a carico della parte soccombente.

In sostanza le spese che devi affrontare rivolgendoti al classico avvocato recupero crediti sono di due tipi:

Vediamoli nel dettaglio

I costi di giustizia

Qui di seguito troverai un primo elenco delle spese richieste dall’amministrazione della Giustizia per chi promuove una azione legale di recupero crediti:

  • contributo unificato, anticipazioni forfettarie e spese di notifica
  • spese per dare luogo ai mezzi istruttori richiesti ed ammessi (consulenza tecnica d’ufficio, citazione testi, ecc.)
  • eventuale imposta di registro sul provvedimento giudiziale finale (sentenza, decreto ingiuntivo, ecc.)

Il contributo unificato (C.U.)

Si tratta di una tassa da corrispondere a favore dello Stato per l’avvio di una azione giudiziaria.

Il contributo unificato è determinato per scaglioni in base al valore della controversia: tanto più alto sarà il valore della causa tanto più alto sarà l’importo del contributo unificato.

Ecco un utile prospetto chiarificatore, distinto per scaglioni, alla data di agosto 2022 (fonte: sito Ordine Avvocati di Como).

Tieni presente una cosa molto importante: per il decreto ingiuntivo è previsto che il contributo unificato sia dovuto nella misura del 50%.

Di conseguenza, se in base al valore della controversia l’importo del contributo unificato per la causa ordinaria fosse, ad esempio, di € 98,00, in caso di decreto ingiuntivo sarebbe dovuto solo l’importo di € 49,00. Se il valore del c.u. fosse di € 237,00, in caso di decreto ingiuntivo verrebbe ridotto della metà scendendo ad € 118,50. E così via.

Imposta di bollo

Al momento del primo deposito degli atti in giudizio, che si definisce tecnicamente come iscrizione a ruolo della causa, è dovuto anche il versamento dell’imposta di bollo pari (attualmente) ad € 27,00.

Non dovrai pagare questa imposta nel caso in cui il valore della causa sia inferiore a € 1.033,00.

Imposta di registrazione

Quando viene emessa una sentenza o quando un decreto ingiuntivo viene dichiarato esecutivo, la legge prevede l’applicazione dell’imposta di registro che, di solito ammonta ad € 200,00 che raddoppiano nel caso in cui anche il debitore sia un soggetto Iva.

Diciamo che, salvo eccezioni, l’imposta di registrazione che dovrai corrispondere allo Stato se il tuo debitore è un’azienda o un libero professionista ammonterà ad € 400,00.

Devi però tenere presente 4 aspetti importanti.

  • per le controversie di valore inferiore a € 1.033,00 non è dovuta l’imposta di registrazione;
  • salvo rare eccezioni, l’imposta di registrazione non si versa quando si avvia la pratica ma solo a mesi o anni di distanza, quando il titolo (sentenza o decreto ingiuntivo) viene dichiarato esecutivo dal Giudice;
  • si tratta, come del resto tutte le altre, di una spesa che il debitore dovrà rimborsarti al momento del pagamento
  • se in corso di causa viene trovato un accordo (atto di transazione) con il debitore, la controversia si estingue e non c’è l’obbligo di pagare l’imposta di registrazione

Spese di notificazione

Sebbene siano costi assolutamente marginali, devi considerare nel conto economico del recupero crediti giudiziale anche le spese di notifica degli atti.

Si tratta di un’attività che, di regola, viene svolta dall’Ufficiale Giudiziario su richiesta della parte o del suo difensore.

Tali spese variano in base alle distanze chilometriche che l’Ufficiale Giudiziario deve compiere e oscillano, a grandi linee tra i 7,00 ed i 30,00 euro per ciascuna notificazione.

Si tratta comunque di un’attività che può essere svolta, in determinate circostanze, anche dallo stesso avvocato e mediante utilizzo della PEC con totale abbattimento dei costi di notifica.

I compensi dell’avvocato recupero crediti

Abbiamo visto per sommi capi quelle che sono le voci di costo per il funzionamento della “macchina burocratica” quando si attiva un’azione di recupero crediti in via giudiziaria.

Adesso dobbiamo dare uno sguardo al compenso dovuto all’avvocato recupero crediti per l’attività svolta.

Sotto questo punto di vista occorre fare una premessa molto importante.

Il principio di base che regola il rapporto economico tra avvocato e cliente è quello della libera pattuizione del compenso.

Ciò significa che per stabilire quanto il cliente deve pagare al tuo avvocato recupero crediti si dovrà prendere in considerazione il contratto di assistenza professionale stipulato prima dell’inizio della controversia.

Tuttavia, posso dirti per esperienza diretta che pochissimi avvocati sono inclini a farti firmare un contratto.

Ciò dipende fondamentalmente dal fatto che una controversia può avere molte variabili e che effettivamente, il più delle volte risulta difficile, se non addirittura impossibile, anche per lo stesso legale, prevedere tutte queste variabili.

L’unico dato certo, quando si da avvio all’azione di recupero crediti giudiziale è quella del valore della controversia.

Ma nessuno può sapere con certezza quanto durerà la causa, quanto sarà complessa e quale sarà il contegno processuale (più o meno ostruzionistico) assunto dal debitore.

E, soprattutto, nessuno può prevedere con certezza l’esito del giudizio.

Ad ogni buon conto devi tenere presente che è un tuo diritto ottenere dall’avvocato un preventivo di massima di quelli che saranno i possibili costi che dovrai sostenere in base al valore della controversia.

Si tratta, appunto, di un preventivo di massima, e come tale non vincolante, che ha un valore puramente indicativo e che è suscettibile di variazioni in diminuzione o in aumento a seconda della minore o maggiore complessità e della durata della causa stessa.

Diciamo che si tratta di un modo per offrire al cliente uno strumento di maggiore trasparenza su quelli che sono i costi preventivati da sostenere.

Ma il preventivo, bada bene, non è un contratto quindi ti può dare a grandi linee l’idea del costo che dovrai sostenere ma che non ti mette al riparo da sorprese!

La cosa migliore, quindi, è rivolgersi ad un professionista che è disposto a sottoscrivere un contratto nel quale sarai maggiormente tutelato e ridurrai al minimo il rischio imprenditoriale.

Quando non esiste un contratto scritto tra cliente e avvocato si dovrà fare riferimento ai parametri forensi.

I parametri forensi sono linee guida stabilite per Legge che servono ad indicare il valore delle prestazioni dell’avvocato in base al valore della controversia.

Queste linee guida vengono utilizzate tra avvocato e cliente quando non esiste un accordo scritto sui compensi e quando la determinazione del compenso è rimessa al Giudice.

In passato il sistema delle tariffe forensi distingueva tra diritti e onorari di avvocato dove i primi rappresentavano le attività materiali svolte dal legale e i secondi la vera e propria attività di consulenza.

Inoltre, il vecchio criterio tariffario elencava in modo analitico tutte le attività svolte dal legale, dalle più importanti alle più semplici.

Per esempio, stampare, fotocopiare e rilegare un atto giudiziario faceva maturare il cosiddetto diritto alla collazione degli atti, che veniva calcolato in base al numero delle pagine dell’atto. Recarsi in Cancelleria per iscrivere una causa a ruolo faceva maturare un ulteriore diritto. La stessa cosa per una telefonata fatta al cliente o all’avvocato della controparte. E così via.

Con l’introduzione, nel 2014, del sistema dei parametri forensi, si cambia completamente prospettiva. Scompare la differenza tra diritti e onorari in quanto la nuova normativa parla solo di compensi e va in pensione il vecchio sistema delle funzioni sostituito da quello delle fasi processuali.

Il processo civile ordinario è suddiviso in 4 fasi:

  • Fase di studio della controversia
  • Fase introduttiva
  • Fase di istruttoria o di trattazione
  • Fase decisionale

Ma anche gli altri procedimenti, come il decreto ingiuntivo e il processo esecutivo vengono suddivisi in fasi.

Ad ogni fase corrisponde un compenso determinato in base al valore della controversia.

Se vuoi provare a calcolare in via approssimativa quelli che possono essere i compensi da versare al tuo avvocato puoi utilizzare questa applicazione offerta dal sito dell’avvocato Anna Andreani.

Quando conviene il recupero crediti giudiziale

Come abbiamo visto nel paragrafo precedente, la procedura di recupero crediti giudiziale ha dei costi che possono essere anche importanti.

Da imprenditore, quindi, dovrai valutare di volta in volta, con l’aiuto del tuo legale quando può essere conveniente attivare un’azione legale di recupero crediti.

Una valutazione che dovrà essere fatta tenendo sempre ben presente il rapporto costi/benefici ed evitando accuratamente implicazioni di carattere emotivo.

Non esiste la formula matematica che ci possa dire con esattezza quando sia giusto ed economicamente vantaggioso avviare un’azione legale di recupero crediti.

Promuovere un recupero crediti giudiziale comporta sempre l’assunzione del rischio, tuttavia questo rischio, nei limiti del possibile, deve essere un rischio “calcolato”.

Sotto questo punto di vista esistono alcuni criteri che ti potranno venire in aiuto al momento in cui dovrai decidere se rivolgerti all’avvocato recupero crediti.

Questi criteri possono essere elencati come segue:

  • Quando il debitore è solvibile
  • Quando il debitore non ha rispettato il piano di rientro concordato
  • Quando il valore del credito è rilevante
  • Quando l’azione legale serve per mettere a perdita il credito

Vediamoli meglio uno ad uno.

Quando il debitore è solvibile

La prima cosa che devi valutare prima di avviare la pratica di recupero crediti giudiziale è quella di capire se il debitore sia solvibile, ovvero se è nella condizione economica di pagare.

Troppo spesso, infatti, si vedono avvocati recupero crediti che avviano azioni legali senza avere la minima cognizione di quella che è la situazione finanziaria nella quale versa il debitore.

Sia ben chiara una cosa: è sempre molto difficile capire con certezza se il debitore versa effettivamente in stato di crisi o se sta solo cercando la maniera di ritardare il pagamento.

Ancora più complesso è riuscire a prevedere quella che sarà la situazione finanziaria del debitore nel futuro, quando finalmente avrai un titolo esecutivo da far valere nei suoi confronti.

Del resto, se ci pensi bene, anche le Banche nonostante possano disporre di tutti gli indicatori economici dei propri clienti e abbiano le risorse per poter attingere alle migliori informazioni commerciali hanno molti crediti incagliati.

Segno evidente che nessuno è infallibile.

Ma di certo tutto ciò non giustifica il fatto di promuovere azioni legali “alla cieca” nella pia speranza che il debitore paghi.

In fondo è un po’ come nel calcio quando una squadra priva di gioco e di idee si limita a fare dei lanci lunghi “alla Viva il parroco” sperando in un errore della difesa avversaria.

Prima di avviare un’azione legale, quindi, ti suggerisco di effettuare delle indagini patrimoniali che ti diano un quadro più chiaro dello stato del debitore e della sua solvibilità.

Questo genere di indagini può esserti utile per avere un quadro dei beni (mobili ed immobili) intestati al debitore, per verificare se dispone di conti correnti attivi (con eventuale giacenza) e se sussistono a suo carico protesti o altri eventi pregiudizievoli che possono mettere a rischio la recuperabilità del credito.

Se il debitore contro il quale vuoi fare azione legale è un’azienda sarebbe consigliabile avere anche delle informazioni più approfondite sull’andamento dei pagamenti ai fornitori.

Se la valutazione complessiva di tutte le informazioni raccolte tramite le indagini darà esito positivo allora potrai procedere con fiducia al recupero giudiziale continuando, però, a tenere costantemente aggiornata la posizione

Occorre tenere presente, tuttavia, che in alcuni casi il costo di queste indagini potrebbe essere molto elevato o, comunque, sproporzionato rispetto al credito da recuperare. Quindi è bene usare questo strumento con una certa attenzione eventualmente servendosi di forme investigative a basso costo

Quando il debitore non ha rispettato il piano di rientro concordato

Può capitare che l’attività di recupero crediti stragiudiziale si sia conclusa con successo e che tra creditore e debitore sia stato concordato un piano di pagamento dilazionato nel tempo.

In gergo tecnico questo tipo di accordo si chiama di solito “piano di rientro a rate”.

Purtroppo, però non sempre i piani di rientro vengono rispettati dal debitore, soprattutto a causa della tendenza dei creditori ad esigere rate troppo alte che poi il debitore non riesce ad onorare.

Se ti capita che il debitore non rispetta il piano di rientro hai due strade alternative da seguire.

La prima è quella di rinegoziare il piano di rientro con il debitore “spalmando” il debito del tuo cliente in un arco di tempo più lungo, ovviamente abbassando l’importo delle singole rate da pagare.

L’altra possibilità che hai è quella di avvalerti della decadenza dal beneficio del termine (art. 1186 cod. civ.) e richiedere al debitore il pagamento in un’unica soluzione.

Ciò accade, per lo più, perché la rata è troppo elevata e dopo qualche pagamento il debitore comincia ad andare in affanno non riuscendo a rispettare con regolarità il piano di pagamento concordato.

Naturalmente non è sufficiente un ritardo di pochi giorni sulla scadenza di pagamento concordata, ma se l’inadempimento perdura nonostante i tuoi solleciti, la soluzione del recupero crediti giudiziale potrebbe essere la cosa più giusta.

Perché procedere al recupero giudiziale potrebbe essere la cosa più opportuna in questi casi?

Il motivo principale è perché disponi di una promessa di pagamento o di una ricognizione di debito che ti permettono di ottenere in tempi brevi un decreto ingiuntivo provvisoriamente esecutivo.

Un altro motivo è perché se hai già ricevuto il pagamento di alcune rate sei in grado di risalire alla banca del debitore e richiedere il blocco del conto corrente.

Quando il valore del credito è rilevante

La gestione e la direzione dell’attività imprenditoriale è affidata agli amministratori i quali devono rispettare i doveri previsti dalla legge o dallo statuto della società per garantire il funzionamento e la gestione diligente della società stessa.

Tra gli obblighi degli amministratori di una società rientra anche quello di conservare l’integrità del patrimonio sociale, cioè di tutti i beni mobili e immobili di cui è titolare la società. Quindi, gli amministratori sono anche responsabili verso i creditori sociali, cioè coloro che vantano un credito nei confronti della società.

Cosa comporta tutto ciò sul piano pratico?

Ciò comporta che se gli amministratori si sono resi responsabili di mala gestio e i beni della società sono insufficienti a soddisfare le richieste dei creditori sociali, gli amministratori potrebbero essere costretti a rispondere nei confronti dei creditori sociali con il proprio patrimonio personale anche quando si tratta di Spa o Srl.

Di conseguenza, se sei amministratore di una società e devi recuperare un credito di importo elevato, non potrai esimerti dal farlo anche se il debitore versa in difficoltà finanziaria e le possibilità di recupero del credito appaiono remote.

Non agire per recuperare il credito o comunque attendere troppo tempo prima di attivare la procedura di recupero crediti giudiziale potrebbe comportare il rischio di un’azione di responsabilità nei tuoi confronti con la conseguente esposizione del tuo patrimonio personale all’aggressione dei creditori sociali.

Quando si vuole portare a perdita il credito

Se hai valutato insieme al tuo commercialista di portare a perdita un credito al fine di ottenere i relativi benefici fiscali, occorre che sussistano le seguenti condizioni previste dall’art. 101, comma 5 del T.U.I.R. (Testo Unico delle Imposte Dirette):

  • Che il credito sia di modesta entità e sia scaduto da oltre 6 mesi
  • Che il credito sia prescritto
  • Che sussistano elementi “certi e precisi” che indichino che il credito è inesigibile

Dunque, se il credito è pari o inferiore a 2.500,00 euro ed è scaduto da oltre 6 mesi, puoi decidere di appostarlo in bilancio come perdita su crediti senza alcuna giustificazione.

Idem se il credito si è estinto per prescrizione.

Se invece il credito è superiore ad € 2.500,00 occorre che sussistano elementi certi e precisi dai quali emerge che il credito non è recuperabile.

Se non potrai allegare questi elementi certi e precisi significa che corri il rischio di una contestazione da parte dell’Agenzia delle Entrate che potrebbe rifiutare la deducibilità fiscale del credito.

Quali siano questi elementi certi e precisi non viene specificato in modo chiaro ma è evidente che un verbale di pignoramento negativo o la dichiarazione negativa della Banca in caso di pignoramento presso terzi siano elementi che difficilmente l’Amministrazione Finanziaria potrà contestare in caso di messa a perdita del credito per fini fiscali.

Quindi se si vuole mettere a perdita un credito per ottenerne il vantaggio fiscale derivante dalla sua deducibilità occorrerà, quasi sempre, fare un’azione di recupero crediti giudiziale fino ad arrivare al pignoramento negativo.

Come funziona il recupero crediti giudiziale con Recupero Subito

Recupero Subito può permetterti di recuperare il tuo credito tramite un’azione legale a bassissimo rischio imprenditoriale.

Cosa significa in concreto?

Significa che Recupero Subito eseguirà una valutazione preliminare gratuita sulla solvibilità del debitore.

Se questa indagine avrà dato esito positivo ti verrà sottoposto un preventivo delle spese vive da anticipare per l’azione legale innanzi al Giudice di Pace o al Tribunale a seconda del valore della causa.

In caso di esito positivo dell’azione legale di recupero crediti giudiziale tutte le spese vive ed i compensi della Recupero Subito saranno a carico esclusivo del debitore.

Nel caso in cui l’azione legale non sia andata a buon fine saranno a tuo carico solo le spese vive necessarie per dare corso alla pratica, mentre nessun compenso sarà dovuto a Recupero Subito.

Queste spese vive di solito ammontano a poche decine di euro.

Con questo sistema avrai un duplice vantaggio:

  • Il primo vantaggio è la garanzia che non devi mai nulla a Recupero Subito, sia in caso di recupero del credito che di mancato recupero
  • Il secondo vantaggio è che siccome Recupero Subito viene pagata solo dal debitore, verranno fatte azioni legali solo quando vi sono elevate probabilità di recupero del credito, il che, ovviamente, rappresenta una ulteriore garanzia per la tua azienda

I prossimi passi da fare

Adesso che hai compreso tutti i vantaggi che Recupero Subito può offrirti questi sono i prossimi passi da fare:

Prenota la tua consulenza preliminare gratuita con il nostro legale

La consulenza avrà una durata indicativa di circa 30 minuti e non comporta alcun impegno da parte tua. Potrai illustrare la situazione dei crediti della tua azienda e riceverai degli utili consigli dall’avv. Tommaso Raffaele

Invia per e-mail la documentazione che ti verrà richiesta dal legale

In caso di necessità, l’avvocato Tommaso Raffaele potrà richiedere dei documenti per esaminare in modo più approfondito la situazione che gli hai esposto durante la consulenza gratuita. Anche questo ulteriore approfondimento non comporterà alcun impegno economico da parte tua e sarà svolto a titolo completamente gratuito

Firma il contratto

Se dopo la consulenza gratuita intenderai affidare le tue pratiche di recupero crediti aziendali alla Recupero Subito, ti chiederemo di firmare un contratto con poche e semplici clausole. Ovviamente potrai esaminare le clausole con tutta calma e richiedere eventuali chiarimenti.

In ogni caso, potrai in ogni momento, e con un minimo preavviso, recedere senza penali dal contratto

Inizia a recuperare i tuoi crediti aziendali a costo zero

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