Come trovare il conto corrente del debitore

Come trovare il conto corrente del debitore

Il pignoramento del conto corrente rappresenta lo strumento più efficace per riuscire a recuperare un credito nei confronti di un debitore inadempiente. In questo articolo scopriamo come trovare il conto corrente del debitore.

Come funziona il pignoramento del conto?

Il titolo esecutivo ed il pignoramento in generale

Alcune persone, erroneamente, credono che il pignoramento significhi prendere possesso dei beni (mobili o immobili) del debitore o dei crediti che questi vanta nei confronti di altri.

Le cose non stanno esattamente così. Con il pignoramento, infatti, il creditore non diventa proprietario dei beni pignorati ma pone su di essi una specie di vincolo di indisponibilità che serve a fare in modo che essi, una volta liquidati, possano garantire il soddisfacimento del proprio credito.

Attenzione però, c’è un aspetto che può apparire banale ma che in realtà non lo è:

“Per poter chiedere all’Ufficiale Giudiziario di procedere ad un pignoramento nei confronti del debitore, devi essere in possesso di un Titolo esecutivo”.

Il Titolo esecutivo è un atto (come ad esempio un Decreto Ingiuntivo o una sentenza) che ti consente legalmente di procedere con un’esecuzione forzata sui beni o sui crediti di chi ti deve pagare.

Questo principio vale per ogni tipo di pignoramento: mobiliare, immobiliare e presso terzi. Se non hai un titolo esecutivo, non puoi procedere con il pignoramento in danno del tuo debitore.Il pignoramento presso terzi in generale

Il pignoramento presso terzi in generale

Forse avrai sentito usare l’espressione “Pignoramento presso terzi“. In realtà sarebbe più corretto parlare di espropriazione di crediti presso terzi.
Il concetto non cambia in alcun modo, ma forse l’utilizzo dell’espressione corretta potrà aiutarti a comprendere meglio di cosa stiamo parlando.

Il pignoramento presso terzi, infatti, consiste nel fare in modo che i crediti vantati dal tuo debitore verso terzi soggetti, quindi estranei al rapporto credito/debito che ti riguarda direttamente, vengano canalizzati a tuo favore anziché al tuo debitore.

Cerco di spiegarmi meglio con un paio di esempi.

Se il tuo debitore è un’impresa, potresti andare a pignorare i crediti che l’impresa stessa ha nei confronti dei propri clienti. Quindi, ipotizzando che il debitore svolga lavori edili, potresti ottenere che i committenti del tuo cliente moroso paghino a te, anziché a lui. 

Se invece il tuo debitore non è una società ma un privato cittadino, potresti pignorare la retribuzione percepita dal datore di lavoro mediante il pignoramento dello stipendio.

Nel primo caso il soggetto terzo è il committente del tuo debitore, mentre nel secondo caso è il datore di lavoro.

Comprendi bene che per il terzo è indifferente pagare a te o al tuo debitore. Si tratta sempre di denaro che in ogni caso avrebbe dovuto pagare. Naturalmente, però, tutto ciò potrà avvenire solo se c’è un provvedimento del Giudice dell’Esecuzione che ordinerà al terzo di pagare a te le somme dovute.

In concreto, quindi, occorrerà instaurare un procedimento esecutivo presso il Tribunale competente.

Il pignoramento del conto corrente

Adesso che hai compreso come funziona in linea di principio il pignoramento presso terzi, capirai anche che il pignoramento del conto corrente rappresenta una specie di questo genere di esecuzione forzata.

In questo caso il soggetto terzo è rappresentato dalla banca presso la quale il debitore ha il conto e, quindi, dove tiene il proprio denaro.

Nel momento in cui alla banca viene notificato il pignoramento, questa dovrà rendere una dichiarazione, prevista dall’art. 547 codice di procedura civile, con la quale comunicherà se ci sono somme disponibili sul conto e provvederà, al tempo stesso, ad accantonarle in attesa della decisione del Giudice dell’Esecuzione.

Al termine del procedimento esecutivo il Giudice dell’Esecuzione assegna a tuo favore le somme accantonate dalla banca, ovviamente entro il limite del tuo credito, comprensivo anche di interessi e spese legali.Cosa accade se la dichiarazione della Banca è negativa?

Cosa accade se la dichiarazione della Banca è negativa?

Purtroppo, però, non sempre la dichiarazione della Banca è positiva. Potrebbe infatti accadere che, al momento della notifica del pignoramento:

  • il conto del tuo debitore presenti addirittura un saldo negativo;
  • sul conto non ci siano somme sufficienti a soddisfare tutto il credito vantato.

Nel primo caso è evidente che non conviene procedere ulteriormente e, se possibile, provare con altri mezzi di esecuzione forzata.

Nel secondo caso, cioè quando sul conto del debitore non ci sono somme sufficienti a soddisfare integralmente il tuo credito, dovrai valutare se quelle somme possono essere sufficienti a coprire almeno le spese di procedura (compenso dell’avvocato, contributo unificato, imposta di registrazione ecc.). In caso contrario sarà più saggio lasciar perdere. 

Comunque sia, prima di decidere di abbandonare la procedura esecutiva, devi tenere presenti due aspetti molto importanti:

  1. la banca che ha reso la dichiarazione negativa, se successivamente registra accrediti sul conto corrente del debitore ha l’obbligo di comunicarlo al tuo avvocato;
  2. quando il debitore è un’azienda potrebbe essere stimolata a saldare il credito che vanti verso di essa anche quando il saldo è negativo per evitare segnalazioni in Centrale Rischi e l’eventuale revoca del fido.

Ad ogni modo è bene valutare la situazione caso per caso con l’aiuto di un Avvocato esperto in Recupero Crediti che possa darti il consiglio giusto. 

Come trovare il conto corrente del debitore

Come trovare il conto corrente del debitore

Adesso che abbiamo visto, almeno a grandi linee, come funziona il pignoramento del conto, cerchiamo di capire come trovare il conto corrente del debitore.

Di certo sai che un po’ in tutto il mondo, e l’Italia non fa eccezione, i dati bancari di privati ed imprese non sono dati pubblici.

Mentre per quanto riguarda i beni immobili ed i beni mobili registrati (autovetture, motocicli, imbarcazioni ecc.) il privato cittadino ha diritto di accedere e consultare le banche dati pubbliche per sapere se un determinato soggetto ha dei beni e se ci sono ipoteche e pignoramenti su di essi. La stessa cosa non è possibile per i conti correnti. 

Ci sono sostanzialmente 3 canali per rintracciare il conto corrente del debitore.

Come trovare il conto corrente del debitore - Primo metodo

1 – Direttamente dal debitore

Banalmente potrebbe essere lo stesso debitore a farti sapere, in modo più o meno consapevole, gli estremi della banca (o delle banche) dove eseguire il pignoramento del conto. Infatti, se il cliente ha già effettuato dei precedenti pagamenti tramite assegno o bonifico bancario, potrai risalire al conto (o ai conti) che utilizza.

Molte aziende commettono il grave errore di non conservare queste informazioni che poi potrebbero rivelarsi di fondamentale importanza al momento in cui c’è da procedere con il pignoramento del conto.
Suggerisco, quindi, di inserire sempre nell’anagrafica del cliente un’annotazione dei conti correnti che ha utilizzato per eseguire dei pagamenti.

Potrebbe darsi, però, che il debitore non abbia mai effettuato precedenti versamenti in tuo favore.

In questo caso le cose si complicano un po’. Suggerisco comunque di provare a chiedere sempre, in fase di registrazione di un nuovo cliente in anagrafica, quali sono i suoi estremi bancari.

Non è scontato che il cliente te li comunichi ma provarci non costa nulla (magari con la scusa di sapere se utilizzate la stessa banca). È un trucchetto che talvolta può funzionare, soprattutto in una fase iniziale nella quale i rapporti sono improntati alla reciproca fiducia.

Come trovare il conto corrente del debitore - Secondo metodo

2 – Rintraccio tramite società specializzata

Il secondo modo con il quale è possibile rintracciare il conto corrente del debitore è attraverso un’indagine investigativa svolta da società specializzata.

Ci sono molte società che forniscono queste informazioni ed è facile reperirle con una semplice query sui principali motori di ricerca. Per esperienza diretta (me ne sono servito molto in passato) vi posso dire che la stragrande maggioranza di queste sono serie e operano in modo professionale. 

Tuttavia potrebbero esserci delle controindicazioni non trascurabili:

  • le informazioni fornite da queste società sono, prevalentemente, frutto di rilevazioni statistiche e/o di indagini svolte ufficiosamente e, di conseguenza, non sempre attendibili o aggiornate in tempo reale;
  • non riescono a rintracciare i conti correnti on-line (oggi sempre più in voga);
  • hanno un costo non trascurabile e quindi sono da escludere nel caso in cui il credito da recuperare sia di modesto importo;
  • l’investimento da fare diventa ancora più oneroso se si vogliono conoscere i conti correnti del debitore su tutto il territorio nazionale o se si vuole indagare la giacenza media sul conto;
  • di solito queste società non erogano prestazioni “a consumo” richiedendo, quasi sempre, la sottoscrizione di un abbonamento prepagato.

In definitiva, quindi, mi sentirei di consigliare il ricorso alle informative investigate solo per le imprese con un elevato volume d’affari, che hanno necessità in modo continuativo di questo genere di supporto anche in fase preventiva a quella dell’eventuale azione legale di Recupero del credito

Se invece sei titolare di una PMI o sei un artigiano, o un professionista che sporadicamente incappa in clienti che non pagano, dovresti valutare attentamente se questo servizio fa al caso tuo.

Come trovare il conto corrente del debitore - Terzo metodo

3 – Consultazione anagrafe tributaria

Il modo più semplice ed economico per rintracciare il conto corrente del debitore è quello di consultare l’anagrafe tributaria.

Il Legislatore, infatti, con l’istituzione dell’art. 492 bis c.p.c., prevede che il creditore, munito di titolo esecutivo e precetto, possa richiedere all’Ufficiale Giudiziario, di accedere, mediante collegamento telematico diretto, alle informazioni contenute nelle banche dati delle pubbliche amministrazioni ed, in particolare, nell’anagrafe tributaria, compreso l’archivio dei rapporti finanziari, e in quelle degli enti previdenziali.

Ciò comporta che se sei creditore di un determinato soggetto (impresa o privato) potrai acquisire tutte le informazioni rilevanti per l’individuazione di beni e crediti da sottoporre ad esecuzione, comprese quelle relative ai rapporti intrattenuti dal debitore con istituti di credito, datori di lavoro e committenti

In realtà ciò era possibile anche in passato, ma in modo molto più complesso e oneroso: occorreva ottenere dal Presidente del Tribunale l’autorizzazione all’accesso di queste banche dati.

Si doveva depositare un’apposita istanza, versare il contributo unificato, ed attendere pazientemente il provvedimento del Presidente del Tribunale per poi recarsi dall’Ufficiale Giudiziario e attendere giorni, o settimane, affinché le ricerche sul conto corrente del debitore fossero eseguite. 

Dal 28 febbraio 2023, grazie alle modifiche apportate all’art. 492 bis c.p.c. dalla Riforma Cartabia, non c’è più la necessità di ottenere l’autorizzazione dal Presidente del Tribunale, alla sola condizione che siano trascorsi i 10 giorni previsti dalla Legge per adempiere all’intimazione contenuta nell’atto di precetto.

Ciò significa poter trovare il conto corrente del debitore in modo notevolmente più veloce e senza costi da sostenere per il contributo unificato, rivolgendosi direttamente all’Ufficiale Giudiziario competente per territorio.

I professionisti del recupero crediti si augurano, pertanto, che questa possa rappresentare una vera accellerazione nell’individuazione dei beni e dei crediti da pignorare, anche se occorrerà attendere ancora un po’ per valutare i tempi con i quali gli Ufficiali Giudiziari riusciranno ad evadere una notevole mole di richieste di accesso all’anagrafe tributaria.

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