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ToggleI ritardi di pagamento impattano in modo pesante sulla liquidità delle PMI. Qualche suggerimento su come comportarsi con un cliente che non paga le fatture.
Se sei titolare d’impresa o svolgi un attività in regime di libera professione, ti sarà capitato, almeno in un’occasione, di imbatterti in un cliente che ritarda il pagamento delle tue fatture.
Com’è noto si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso, soprattutto in Italia, Paese tra i meno virtuosi in Europa quando si parla di tempi di pagamento nelle transazioni commerciali.
Le ragioni di questo triste primato sono diverse, ma se è vero che la scarsa liquidità rappresenta il motivo più ricorrente, ci sono anche imprese che fanno del ritardo pagamenti una vero e proprio modus operandi potendo contare anche su una burocrazia giudiziaria talvolta troppo permissiva nei confronti dei debitori.
Vediamo quindi insieme cosa puoi fare per tutelare i tuoi crediti commerciali.
Ritardo pagamenti, la definizione
In linea di principio le aziende sono solite fornire merci o erogare servizi ad altre imprese basandosi su un regime di pagamenti differiti, nel quale il fornitore concede al cliente un certo lasso di tempo per saldare la fattura, secondo quanto pattuito tra le parti o quanto previsto dagli usi di un determinato mercato.
Se il cliente, come talvolta avviene, non rispetta gli accordi, il credito commerciale concesso dall’impresa assume una connotazione patologica che può avere pesanti riflessi sul fornitore, fino al punto di compromettere redditività e competitività imprenditoriale.
Basti pensare, ad esempio, a quando il creditore, a causa del minor flusso di cassa, si vede costretto a ricorrere ad un finanziamento esterno che potrebbe rivelarsi particolarmente oneroso, soprattutto di questi tempi contrassegnati dal rialzo dei tassi d’interesse imposti dalla BCE.
Prima di vedere quali sono i possibili rimedi per il fornitore, facciamo chiarezza su cosa si intende per “transazioni commerciali” e per “ritardo pagamenti”:
- per transazioni commerciali ci si riferisce ai contratti tra imprese o tra imprese e pubbliche amministrazioni che comportano, in via esclusiva o prevalente, la fornitura di merci o la prestazione di servizi contro il pagamento di un prezzo;
- per ritardo pagamenti si intende un pagamento non effettuato nei termini pattuiti tra le parti o in quelli previsti dalla Legge.
Ritardo pagamenti: un breve sguardo alla normativa
Il Decreto legislativo 9 novembre 2012, n. 192 che recepisce la direttiva 2011/7/UE nata con l’obiettivo di contrastare i ritardi nel pagamento delle transazioni commerciali, regola i termini dei pagamenti commerciali e stabilisce 3 aspetti fondamentali:
- Termine per i pagamenti
Nelle transazioni commerciali tra imprese, e tra P.A. e imprese, viene fissato in 30 giorni. In casi particolari è previsto un termine raddoppiato di 60 giorni; - Tasso degli interessi di mora aumenta dal 7% all’8%;
- Risarcimento delle spese di recupero
In base alla norma, l’impresa creditrice ha diritto, oltre agli interessi moratori, anche al rimborso delle spese di recupero nell’importo minimo forfetario di 40 euro, salvo il risarcimento del maggior costo sostenuto (ad esempio in caso di intervento di un legale).
La prevenzione come strumento di contrasto al ritardo pagamenti
Sebbene la normativa europea sia abbastanza severa nei confronti di imprese e Pubbliche Amministrazioni che ritardano il pagamento delle fatture, il fenomeno è tutt’altro che in diminuzione.
Il creditore, quindi, può sempre ricorre all’autorità giudiziaria al fine di ottenere contro il debitore un decreto ingiuntivo, ovvero di un provvedimento che ordina al debitore di saldare le fatture insolute e le spese legali sostenute dal creditore, avvertendolo che, in caso contrario, potrà essere soggetto ad un procedimento di esecuzione forzata sui suoi beni o i suoi crediti.
Tuttavia sai bene che in alcuni casi i tempi della giustizia italiana potrebbero essere lunghi e che a fronte di costi elevati da sostenere per un’azione legale non c’è alcuna garanzia di successo dell’azione di recupero del credito.
Il rimedio più immediato ed efficace che le imprese possono adottare, resta quindi quello della prevenzione del rischio di insoluti.
Il tema è molto ampio e non può essere esaurito in poche righe in ogni caso ti consiglio di seguire alcune basilari regole di condotta.
- Raccogli più informazioni che puoi: acquisisci più informazioni possibili sulla solvibilità dei tuoi clienti, sia di quelli nuovi che di quelli “storici” che, paradossalmente, sono quelli più a rischio;
- Richiedi al cliente un accordo scritto: stabilisci delle condizioni contrattuali semplici ma chiare, regola fin dall’inizio le conseguenze di un ritardo di pagamento, inserisci delle clausole a tutela del tuo credito;
- Intercetta i sintomi dell’insolvenza: impara a riconoscere per tempo i campanelli d’allarme di un eventuale insoluto, perché questo ti permetterà di tutelarti con più efficacia contro il ritardo pagamenti;
- Scrivi una procedura aziendale: se si verifica un ritardo nel pagamento delle fatture non andare nel panico, adotta una procedura, anche elementare, per sapere sempre come regolarti in queste situazioni, e poi condividila con i tuoi collaboratori.
Recupero crediti stragiudiziale, un valido strumento contro il ritardo pagamenti
Talvolta, nonostante l’adozione di idonei strumenti di prevenzione dell’insoluto, questo si verifica lo stesso ed in tal caso dovrai avviare una vera e propria azione di recupero crediti.
Prima di procedere per vie legali, però, è (quasi) sempre consigliabile fare un tentativo di recupero crediti stragiudiziale che può essere gestito internamente all’azienda oppure affidato in outsourcing a professionisti del recupero crediti.
Per recupero crediti stragiudiziale si intende l’insieme delle attività rivolte a stimolare il debitore a regolarizzare il pagamento di una o più fatture insolute. Gli operatori incaricati cercheranno di avviare con la controparte una trattativa finalizzata a trovare un accordo di pagamento.
Di regola il recupero stragiudiziale si articola in varie fasi.
In prima battuta consiglio sempre di effettuare un’analisi preliminare del credito, il quale dev’essere certo, liquido ed esigibile. Occorre quindi che tu disponga di tutta la documentazione idonea a dare prova del credito.
Se il credito commerciale rispetta tali requisiti, allora è possibile dare corso al recupero. Il primo step, di regola, è quello dell’invio di una raccomandata o di una p.e.c. contenente il sollecito di pagamento.
La lettera di sollecito ha una triplice funzione:
- notificare la messa in mora il debitore;
- interrompere i termini di prescrizione del credito;
- addebitare gli interessi di mora e le spese di recupero.
Inoltre, se la pratica è stata affidata esternamente, l’invio del sollecito ha l’ulteriore scopo di comunicare al debitore che, da quel momento, si dovrà interfacciare con il professionista del recupero crediti.
Con il sollecito di pagamento, al debitore viene assegnato un termine, solitamente di 8/10 giorni per eseguire il versamento. Se il sollecito ha esito negativo, solitamente si procede con l’attività di recupero crediti telefonico.
Conclusioni
Lo scopo dell’attività stragiudiziale è ovviamente quello di ottenere il pagamento integrale da parte del debitore. Ma siccome questo obiettivo non è sempre facile da centrare, in alternativa potrebbe essere stipulato con il debitore un piano di rientro che contenga anche il riconoscimento del debito, oppure, in ultima analisi un accordo a saldo e stralcio.
Qualora nessuno di questi obiettivi venga raggiunto a seguito dell’attività di recupero extragiudiziale, dovrai prendere in seria considerazione di avviare un’azione di recupero in sede giudiziaria.
La valutazione circa l’opportunità e la convenienza economica di un’azione di recupero crediti giudiziale coinvolge numerosi aspetti tra i quali i più importanti sono:
- l’importo del credito da recuperare;
- lo stato di salute finanziaria del cliente/debitore;
- la valutazione di eventuali contestazioni sulla fornitura o sul servizio da parte del debitore;
- la completezza della documentazione a supporto del credito
- la collocazione geografica del debitore;
- l’analisi dei probabili esiti dell’azione giudiziaria e dei costi da sostenere;
- l’utilità dell’azione a fini di deduzione fiscale.
Si tratta, in conclusione, di una valutazione abbastanza complessa che coinvolge aspetti economici e profili giuridici e che, di conseguenza, è consigliabile eseguire con la consulenza e l’affiancamento del proprio avvocato esperto di recupero crediti.
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