Capita spesso di ritenere che un credito inesigibile, per la normativa fiscale, sia automaticamente anche non recuperabile. Ma queste due situazioni (per fortuna) non sempre coincidono perfettamente. Cerchiamo di capire insieme cosa puoi fare se ti trovi di fronte ad un credito inesigibile.
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ToggleCosa vuol dire il termine “credito inesigibile”?
Quando si parla di credito inesigibile ci si riferisce, di solito, ad una somma di denaro che il debitore non è in grado di pagare e che, di conseguenza, risulta non recuperabile.
In pratica, quindi, si tende a ritenere che il termine “credito inesigibile” ed il termine “credito irrecuperabile” siano tra loro sinonimi ed identifichino la medesima situazione.
In realtà, però, le cose non stanno esattamente così. Se è vero che un credito inesigibile spesso è anche irrecuperabile, non sempre le due definizioni coincidono esattamente.
Il termine “credito inesigibile” infatti, ha a che vedere, più che altro, con profili di natura fiscale. La legge, infatti, disciplina i casi in cui puoi appostare in bilancio un credito come perdita su crediti con l’evidente scopo di permetterti di non pagare le imposte su fatture che non hai incassato.
Tuttavia, come vedremo meglio più avanti, non è escluso che un credito inesigibile non possa essere recuperato.
Quando un credito diventa inesigibile?
In base alla normativa vigente affinché tu possa ottenere la defiscalizzazione di un credito, devono ricorrere due condizioni:
- che rientri in uno dei casi previsti dalla Legge;
- che l’inesigibilità risulti da elementi documentali certi e precisi.
I casi di inesigibilità previsti dalla normativa fiscale
Le ipotesi previste dalla Legge sono tassative e sono le seguenti:
- Debitore sottoposto a procedure concorsuali
Nel caso in cui il debitore sia soggetto ad una delle procedure previste nel Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza potrai considerare il credito inesigibile e ottenere i benefici della defiscalizzazione anche senza dover attendere la chiusura della procedura. - Comprovato stato di insolvenza
Questa situazione può verificarsi quando il debitore si trova in un perdurante stato di crisi finanziaria tale da non essere in grado di far fronte alle proprie obbligazioni, oppure quando lo stesso non possiede beni o crediti da assoggettare ad esecuzione forzata. - Irreperibilità
Quando risulta impossibile notificare lettere di messa in mora o atti legali al debitore perché non più reperibile ai propri abituali indirizzi fisici o telematici. - Prescrizione
Quando il credito si è prescritto perché è decorso il termine di legge entro il quale il creditore avrebbe dovuto farlo valere. - Crediti di modesto valore
Quando il credito sia scaduto da almeno 6 mesi e sia di importo modesto.
Gli elementi certi e precisi che compravano l’inesigibilità del credito
A titolo esemplificativo, e non esaustivo, tali elementi possono essere desunti e provati con i seguenti documenti:
- Dichiarazione di liquidazione giudiziale (ex fallimento) o di alta procedura concorsuale, comprese le procedure di sovraindebitamento o di accordi di ristrutturazione relativi a debitori non soggetti al Codice della crisi d’impresa.
- Verbale di Pignoramento negativo o dichiarazione negativa del terzo pignorato (es. Banca o datore di lavoro).
- Protesti risultanti dal registro informatico presso la Camera di Commercio.
- Lettere di legali incaricati della riscossione del credito che si è conclusa con esito negativo (Corte di Cassazione, sentenza n. 3862 del 16 marzo 2001).
- Relazioni negative rilasciate dalle Agenzie di Recupero Crediti
In caso di insuccesso nell’attività di recupero, sempre che sia obiettivamente identificabile il credito oggetto dell’attività di recupero, l’attività svolta per recuperare tale credito e le motivazioni per cui l’inesigibilità sia divenuta definitiva a causa di un’oggettiva situazione di illiquidità finanziaria ed incapienza patrimoniale del debitore. - Atto di transazione tra creditore e debitore che preveda il Saldo e stralcio di parte del credito a fronte di comprovate difficoltà economiche.
- Decesso del debitore senza eredi o con eredi non rintracciabili.
- Erogazione del reddito di cittadinanza o di altre forme di sussidio a soggetti non abbienti.
Un “credito inesigibile” è sempre un “credito irrecuperabile”?
Quando un credito è considerato inesigibile dalla normativa fiscale è probabile che, di fatto, esso non sia recuperabile.
Ma, come ho scritto in apertura, non sempre è così e ci sono casi in cui il tuo credito, sebbene considerato inesigibile ai fini della defiscalizzazione, potrebbe essere ancora recuperato. Ciò può avvenire in solo due casi:
- quando il credito è prescritto;
- quando il credito è di modesta entità.
Credito prescritto
La prescrizione si verifica quando il credito non è stato fatto valere nel periodo di tempo previsto dalla Legge.
Di regola i crediti commerciali si prescrivono in 10 anni, ma ci sono casi in cui la legge prevede termini più brevi che, a seconda della natura del credito, possono essere anche molto brevi, come ad esempio i crediti che nascono dal contratto di trasporto, i quali si prescrivono in un solo anno.
Se il termine si compie senza che il creditore abbia posto in essere atti quali, ad esempio, una raccomandata, una PEC, o un’Azione di Recupero Crediti Giudiziale dai quali emerga la sua volontà di ottenere l’adempimento dell’obbligazione, vale a dire atti che hanno efficacia interruttiva della prescrizione, il credito “scade” e diventa inesigibile nei confronti del debitore.
Tuttavia devi tener ben presente un aspetto importante:
È il debitore che ha l’onere di eccepire la prescrizione del tuo credito se vuole avvalersi di questo modo estintivo dell’obbligazione.
Questa regola che pone a carico del debitore l’onere di eccepire la prescrizione, comporta due ordini di conseguenze sul piano pratico:
- il debitore potrebbe spontaneamente rinunciare a far valere la prescrizione;
- il debitore potrebbe ignorare che il tuo credito si è prescritto.
Come potrai comprendere, è abbastanza difficile che il debitore rinunci all’opportunità di avvalersi della prescrizione del tuo credito, fatti salvi i casi in cui la rinuncia sia dettata da motivi di carattere personale o di opportunità commerciale.
Molto più frequente, invece, che si verifichi la seconda situazione. Il debitore, infatti, potrebbe non essere a conoscenza del fatto che il tuo credito si è prescritto, e, di conseguenza, adempiere comunque al pagamento.
Cosa succede in questi casi? L’art. 2940 del codice civile, recita testualmente:
“non è ammessa la ripetizione di ciò che è stato spontaneamente pagato in adempimento di un debito prescritto”.
Nell’uno e nell’altro caso, quindi, il pagamento effettuato in tuo favore dal debitore non potrà essere richiesto indietro.
Credito di modesta entità
Abbiamo visto che in base alle norme tributarie un credito viene considerato automaticamente inesigibile quando ricorrono questi due presupposti:
- sia scaduto da almeno 6 mesi;
- sia di modesto importo cioè fino ad € 2.500 (per le imprese che fatturano fino a 150 milioni di euro) e fino ad € 5.000 (per le imprese che fatturano oltre 150 milioni di euro).
La ratio della norma è ben chiara: permettere all’impresa di defiscalizzare i crediti di piccolo importo per i quali sarebbe antieconomico procedere con l’azione legale di Recupero del Credito.
Se ci pensi bene, infatti, per arrivare ad ottenere un Pignoramento (negativo) l’impresa dovrebbe sostenere dei costi sproporzionati rispetto al beneficio fiscale che può ottenere dalla messa a perdita del credito.
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Pertanto si arriverebbe al paradosso che per ottenere, ad esempio, 500 euro di risparmi fiscale, occorrerebbe spenderne oltre il doppio in spese legali!
Il punto è che molti crediti vantati dalle piccole e medie imprese italiane sono rappresentati proprio da fatture di poche migliaia (talvolta centinaia) di euro.
Molto spesso le imprese, soprattutto se si tratta di micro-imprese a conduzione prevalentemente familiare, rinunciano al tentativo di Recupero del Credito di questi piccoli importi, temendo di dover sostenere costi elevati e dopo qualche tentativo fai-da-te per recuperare il credito preferiscono mettere il credito a perdita piuttosto che affidarsi ad un professionista esterno.
Il timore non è del tutto infondato, ma così facendo rinunciano ad incassare fatture che potrebbero essere recuperate senza grossi sforzi e in modo del tutto gratuito grazie all’intervento di un professionista del recupero crediti.
Il mio consiglio, in questi casi, è come sempre quello di rivolgersi ad un Avvocato esperto della materia che possa darti la consulenza di cui hai bisogno aiutandoti a valutare se un credito che il Fisco qualifica come inesigibile, può essere recuperato senza spese.
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